Senza volutamente soffermarci sull’evento scatenante, a fine 2019 abbiamo esplicitamente allertato sul fatto che i nostri modelli si attendevano due eventi di elevata volatilità, uno nel 2020 e uno nel 2021. L’evento del 2020 era stato collocato dalla nostra sequenza ciclica quadriennale nella prima metà del 2020, con un top ipotizzato tra inverno e inizio primavera.
Ad allarmarci sono state, paradossalmente, le performances positive che a nostro avviso erano eccessive rispetto alle medie statistiche. I mercati avevano oggettivamente sovraperformato ed erano in eccesso di produzione di performance e di ottimismo, come spiegato con largo anticipo ai nostri sottoscrittori.
Il punto è capire se questo evento, che rientra chiaramente nel novero dei Black Swan, resterà circoscritto (ipotesi al momento statisticamente favorita) o se diventerà qualcosa di diverso (impatto sull’economia → recessione USA → recessione globale). Bisognerà valutare gli effetti a livello globale e non certamente solo italiano. I paragoni tecnici più realistici sono il 1998 (crisi asiatica e LTCM) e 2015-16 (Brexit). Saremo comunque in grado di monitorare meglio la situazione attraverso i prossimi dati macro.
Quale ruolo potrebbero avere le Banche Centrali in questa fase?
Tutto è accaduto molto in fretta. Un tipico intervento esogeno, con l’obiettivo di stabilizzare o comunque calmierare la volatilità di questa fase da parte delle Banche Centrali, potrebbe avere un impatto positivo sul breve ma difficilmente gli effetti potrebbero trasferirsi anche su un orizzonte di medio termine. Oltretutto, per una valutazione attendibile dell’impatto di tali manovre, sarà necessario analizzare l’evolversi di una variabile già di per sé difficilmente controllabile quale è la Consumer Confidence.
Una ripresa dei mercati, violenta e a brevissimo termine, secondo i nostri modelli non sarebbe da considerarsi come un’opportunità di acquisto, ma piuttosto di alleggerimento per chi non lo avesse ancora fatto.
Potremmo valutare correttamente ed esaustivamente il comportamento delle Banche Centrali soltanto sul mercato leader, cioè l’indice americano. In questo caso il calo potrebbe essere considerato fisiologico fino all’area intorno ai 3000 punti dello S&P 500, che potrebbero corrispondere a margini di calo superiori per il NASDAQ. È ovvio che per i mercati più vulnerabili in questa situazione, tra cui l’Italia, il calo dai massimi di appena qualche giorno fa potrebbe essere percentualmente superiore.
Esistono degli investimenti rifugio in questa situazione?
Il rifugio principale in questo momento è l’Oro, che nelle nostre indicazioni è al rialzo da tempo e che si è addirittura portato ampiamente sopra al target 2020 ipotizzato dai nostri modelli (che erano all’oscuro di questo evento).
Il reddito fisso è un rifugio opinabile in questo momento in quanto non dà effettivamente nessun rendimento. Il Bitcoin è bloccato da una resistenza molto importante che è l’area 10.500 dollari. A livello valutario non ci sono per il momento beneficiari diversi dalle valute già indicate come forti. L’acquisto o la vendita di volatilità, strategia solitamente attuabile tramite una operatività su VIXX o VSTOXX, al momento ci pare una strategia troppo rischiosa che può essere affrontata esclusivamente da professionisti.
Sono in Market Risk Management (marketrisk.it), società leader nei servizi di advisory indipendente (cicliemercati.it), fin dalla sua nascita, alla fine del 2013. In MRM ricopro ruolo di Customer&Product Manager e Web Designer: oltre al supporto e gestione clienti, si occupa di tutta la parte amministrativa-contabile; dello sviluppo commerciale; dello sviluppo, programmazione e manutenzione dei siti aziendali; di tutta la parte di video making e video editing; della progettazione e realizzazione della grafica interna.