La situazione interna ciclica del mercato europeo (allineata a quella degli altri principali mercati) è ancora di forte supporto strutturale. Il 77% dei titoli è in fase ascendente su base mensile, senza che vi siano ancora mediamente letture di ipercomperato tali da creare allarme. Leggermente diversa la situazione su base settimanale, dove si notano – pur all’interno di un quadro ancora favorevole – segnali di deterioramento che potrebbero portare nella seconda parte del trimestre (dopo metà febbraio) a una correzione. Personalmente, comunque, chiarisco che ho grande confidenza che fino al terzo trimestre di quest’anno le correzioni intermedie saranno tutte opportunità di acquisto: oltre non mi spingo, anche perché la storia insegna che la durata media di un ciclo borsistico rialzista va raramente oltre i 30 mesi (marzo 2009 + 30 mesi = settembre 2011). Vi sono quindi elementi che giocano ancora a favore delle borse, primi fra tutti un esame storico delle valutazioni. In termini reali, l’equity dei paesi occidentali vale mediamente oggi un 60-70% in meno di quanto valeva nel 2000: e un esame della struttura dei cicli di recupero indica che di solito – anche in fasi di secolarità negativa – sono più lunghi e ampi di questo. Ritengo che questi ultimi fattori abbiano un grosso peso e che possano contribuire a sostenere le borse nel prossimo periodo, anche se continuerei a tenere i piedi saldamente per terra in quanto alcuni indicatori importanti, come il Bull/Bear ratio e l’operatività degli insiders (che stanno vendendo a piene mani) stanno cominciando a inviare segnali d’allarme di breve. Questi segnali sono confermati sia dall’RSI che dal mio indicatore di momentum (vedi grafico) che si stanno portando in zona di ipercomperato.
Inoltre, l’indice leader (S&P500) ha già raggiunto le proiezioni massime trimestrali (1303-1306) e non è neppure lontano dalla mia prima proiezione 2011 (1345). I punti di controllo tattici sui quali è importante concentrarsi nel prossimo futuro sull’ES50 sono due aree, una di resistenza (3050-3100) e una di supporto (2900). Vorrei ricordare anche che gli asset strutturalmente più forti in questa fase sono le azioni europee e americane e la liquidità e che storicamente i primi rialzi dei tassi di interesse non fermano il rialzo delle borse, ma anzi sono la conferma di una ripresa economica che si spera sia meno flebile di quanto visto finora.
Torno per un attimo sulla questione delle proiezioni di range. Vi ripropongo nel file pdf in basso lo schema delle proiezioni trimestrali, pubblicato a inizio 2011, aggiornato con i massimi e minimi raggiunti finora dai vari ETF, indici ecc.. Credo che la semplice osservazione provi quanto questi livelli si stiano rivelando perfettamente aderenti al comportamento dei mercati e sia il miglior commento. Ricordo che questi numeri non hanno nulla a che vedere con l’analisi grafica (e questa non è in alcun modo una critica ma una semplice precisazione sui miei metodi di lavoro), ma derivano esclusivamente da algoritmi basati sull’azione dei prezzi, cioè sull’unica, vera informazione disponibile che tutti noi abbiamo riguardo al “qui e ora” dei mercati.
Proiezioni di range 1Q 2011 – update (pdf)
Sono il creatore del Composite Momentum e di numerosi altri modelli quantitativi e indicatori di analisi tecnica. CSTA (Certified SIAT Technical Analyst) e MFTA (Master of Financial and Technical Analysis), il livello più alto riconosciuto dall’associazione mondiale IFTA. Vincitore di premi, tra cui il John Brooks Award e due edizioni del SIAT Award, sono fondatore della Market Risk Management (marketrisk.it), società leader nei servizi di advisory indipendente (cicliemercati.it). Attualmente ricopro cariche istituzionali all’interno di IFTA e SIAT. Per chi fosse interessato qui c’è il mio profilo completo.