Il banco vince sempre

Il trading on line è un duello col nostro ID nascosto. E’ il regno dei bias, di tutti i bias, perché è luogo di sfogo solipsistico di tutte le ambizioni, sopravvalutazioni, sviste e speranze dell’uomo medio, lasciato a se stesso. E lo dico con cognizione di causa, per averlo sperimentato su di me.
Il primo bias, quello che sta alla base di tutti gli altri, è la non sistematicità; il trading online infatti viene considerato un’attività accessoria. Ti svegli la mattina, sei di buon umore e ti fai un trade prima di uscire. Questo tipo di trading è il modo sicuro – non probabile – sicuro per perdere soldi.
Le stesse società di trading online nella loro pubblicità scrivono che l’80% dei loro clienti perde i soldi. Partiamo quindi da un dato certo.

Quindi chi fa trading online si ritiene far parte di quel 20% che guadagna, è così?

Il 100% di chi fa trading pensa di essere in quel 20%. Questo non so se è un bias o semplice arroganza, ma è un dato di fatto.

Come giocare al Casinò o peggio?

E’ un concetto molto assimilabile. Diciamo che i mercati sono il banco e il banco, si sa, vince sempre. Le persone che sopravvivono al Casinò lavorano su una rigorosa base statistica, come quelli che memorizzano tutte le carte del black jack, per esempio, che possono fare un gioco probabilistico su sequenze talmente lunghe da avere probabilità solo residuali di ripetersi: più si allunga la serie di neri, più ha senso giocare sul rosso.

Ma se parliamo di trading online, ogni volta che apri lo schermo ti trovi davanti un’estrazione diversa. Osservi un andamento e ne deduci che ogni volta che un dato indicatore va in una certa posizione, succeda una certa cosa e imposti in questo modo il tuo gioco. Quando poi testi matematicamente questa idea, ti accorgi che il tuo trading system, ovvero l’applicazione algoritmica delle tue osservazioni visuali, non vale niente.

Facciamo l’esempio del trading system più basico: quando una media a 10 periodi passa la 20, compro. Il trader occasionale pensa di aver scoperto una ricetta e la testa, ma il test matematico dà risultati non lineari e l’equity line invece di salire, scende. Allora comincia a cambiare dei parametri, ne aggiunge altri, cambia la lunghezza delle medie, poi aggiunge degli indicatori, commettendo una sequenza di errori. Come correggere a casaccio una ricetta che non sta venendo come avresti voluto.

Molte volte non fa nemmeno il test e va direttamente online, ignorando completamente un’infinità di indicatori e strumenti come il money management, il livello di rischio di ogni singolo mercato, l’arco temporale su cui opera, facendosi prendere dall’euforia del momento. Magari la sera prima ha avuto una bella serata e al mattino si sente rialzista, si sente potente.

Invece il mercato è una macchina per deludere. Spesso così ci si brucia i soldi prima ancora di aver capito, preda di fattori emotivi: avidità, overconfidence, paura, delusione, tensione e, se per puro caso (perché in queste condizioni di caso si tratta) guadagni qualcosa, delirio di onnipotenza.

Ci sono infiniti manuali e libri sugli aspetti psicologici e comportamentali del trading. E nonostante questi libri dicano cose sacrosante, di fronte ai mercati pochissimi sono in grado di elaborare un autocontrollo tale da riuscire a sopravvivere a questo tipo di tensioni.

Per questo il trader occasionale, è un perdente certo. Quel che è peggio, pur essendo vero che si impara solo dalle perdite e dalle sconfitte, il trader non impara nulla dalle sue perdite perché è un arrogante, e l’arroganza è una frazione matematica:

EGO/CONOSCENZA

Il trader non occasionale ha capito questa cosa e si comporta in modo diverso. Soprattutto ha capito che non si deve andare incontro ai mercati a petto in fuori e lancia in resta, perché i mercati aspettano che ti avvicini e ti abbattono. E tu muori tra i tormenti.

Stai esagerando per amore di narrativa?

Non sto esagerando niente. La morte del trader non è né rapida né indolore. Crea scompensi che si ripercuotono sulle famiglie e, come il gioco di azzardo, rovina la psiche delle persone che ci sono cadute. E’ un potenziale creatore di mostri.

Perdendo soldi con le tue stesse mani, perdi la faccia – non nei confronti degli altri, cui puoi sempre mentire, ma nei confronti di te stesso. Intimamente ti senti un coglione, e siccome non vuoi sentirti un coglione, scatta un desiderio di rivincita, di recupero delle perdite, che è quanto di peggio (bias avversione alla perdita certa). Un meccanismo che c’è anche nel trader professionista, figurati in quello occasionale. E’ come uno che entra al casinò, con 1.000 euro, li cambia in fiches e li mette sul 15. Esce il 15. L’uomo intelligente capisce di aver avuto una di quelle botte di fortuna da ricordare per la vita, prende il malloppo e se ne va. Il trader tipo, invece, si accanisce credendo di avere dio con sé, il famoso magic touch, un’ebbrezza che fa credere di poter replicare il risultato.

C’è un bellissimo film di Indiana Jones in cui l’eroe deve superare un passaggio in una grotta dove sono morti tutti e ha un unico indizio: solo luomo penitente riuscirà a passare. Cerca di capire cosa significhi e d’un tratto ha un’illuminazione e si inginocchia un secondo prima che una lama rotante gli passi sopra la testa.

Questa è l’immagine che mi sono fatto di chi capisce davvero cos’è il trading online: uno che abbassa la testa di fronte ai mercati, di fronte alle proprie incapacità, di fronte ai propri limiti e cerca di superare la strettoia in maniera organica e organizzata.

Hai una regola d’oro che vorresti regalare?

Fare tutte le operazioni dello stesso importo. Ti spiego. Immagina che fai 5 operazioni, 4 in guadagno e 1 in perdita. Le 4 in guadagno, ogni volta scommetti 1.000 euro e guadagni il 10%. Quella in perdita perdi il 5%. Alla quarta operazione che ti va bene, ti senti sicuro e non investi più 1.000 ma 50.000 che al 5% ti manda in perdita. La perdita più pericolosa è quella che arriva alla fine di una serie di guadagni. Ma esiste anche la martingala al ribasso, dove scommetti sempre di più nell’illusione di recuperare le perdite pregresse.

Cosa cè dietro questa tendenza a farsi del male, nonostante gli avvisi?

L’ego, l’avidità, niente di scientifico. E una capacità illusoria dei meccanismi di gioco che ha qualcosa di allucinogeno. Ci sono meccanismi letali come la leva del CFD, verso cui le istituzioni hanno preso posizione. Con il CFD scommetti su un certificato che ha una leva 50, 100 o 200 rispetto al sottostante, ma siccome anche il movimento sottostante viene amplificato per 50-100-200, quando il mercato va contro di te anche un minimo, immediatamente perdi tutto il capitale. Il sottopancia dello schermo del trading sul CFD dice espressamente che le perdite possono eccedere il capitale investito.

Ciò nonostante … bias o stupidità?

L’eccesso di ego ti porta alla stupidità e, ineluttabilmente, al disastro. La maggior parte dei trader perde soldi. Se non li ha ancora persi, li perderà. Ho visto gente perdere capitali, mettere a soqquadro la propria vita, fare debiti e strangolarsi da sola. E’ un mondo terribile e oltre ai soliti problemi c’è quella che io chiamo la socializzazione dei rendimenti, in atto da alcuni anni.

Cosa ne deduci?

Il sistema è instabile. I professionisti se ne rendono perfettamente conto, ma il trader online occasionale non guarda queste cose, non i trend di lungo termine e spesso nemmeno quelli di medio-breve termine.

Nelle pubblicità del trading online scrivono “ricordati di mettere sempre a rischio solo quello che ti puoi permettere”, ma è una nozione molto vaga. Perché se all’inizio hai chiaro in mente quanto ti puoi permettere di perdere, quando l’hai perso, il tuo ego va a farsi benedire; quindi rimetti tutto in discussione e alzi l’asticella.

Chi è il tipico trader online occasionale?

Chi ha conti aperti sulle piattaforme di trading online di solito è un maschio adulto con disponibilità economiche, nella parte bassa tra i 30 e i 35 anni, nella parte alta 55/60. Purtroppo, pur trattandosi della stessa cosa, il trading online è più accettabile socialmente del gioco alle macchinette.

Se ti chiedessero cosa si può fare per evitare che così tante gente perda soldi con il trading online, cosa suggeriresti?

Educazione finanziaria, quella vera, cominciando a insegnare concetti legati ai numeri fin dalle elementari. L’economia è un’arte vaga, finché non è supportata dai numeri è una scienza da bar, dove il mio parere vale quanto il tuo perché parliamo entrambi di un futuro che non si può prevedere. Quando invece si usa un approccio statistico alle questioni, si parla di qualcosa che è replicabile. E controllabile.

Coincide con l’avere un metodo?

E’ impossibile sopravvivere nel mondo dell’investimento online senza un metodo e la disciplina per applicarlo. Metodo e disciplina. E replicabilità.

Sono le stesse regole che sottostanno alla pubblicabilità del risultato di un esperimento scientifico

Esatto: se non è replicabile è frutto di un caso. Io stesso sto facendo degli studi sulla replicabilità di cicli di lungo termine, ma aspetto altri 5/10 anni prima di trarre le mie conclusioni. Se si ripete, vuol dire che funziona.

(Intervista a Francesco Caruso – Courtesy of: Mente&Finanza)

Il banco vince sempre ultima modifica: 2019-02-21T13:46:06+00:00 da Francesco Caruso