Negli ultimi 21 anni, in ben 14 occasioni (92, 93, 94, 96, 97, 00, 01, 03, 04, 05, 07, 08, 09, 11) l’indice leader, lo S&P500, ha fatto registrare un minimo significativo di breve termine fra Marzo e Aprile. A volte, questo minimo è stato inferiore alla chiusura dell’anno precedente, a volte superiore. Questa statistica sale a quindici su ventuno per i mercati europei (aggiungendo il ’95). Rimanendo sullo S&P500, otto di questi 14 minimi sono stati anche i minimi dell’anno e, in ultima analisi, le migliori opportunità di acquisto dei mesi successivi in termini di rapporto fra rendimento potenziale e rischio. Nei sei casi restanti, in ben cinque occasioni (00, 01, 07, 08, 11) la rottura al ribasso dei minimi di Marzo-Aprile portò a declini importantissimi, spesso tra l’estate e l’autunno ma a volte ben più prolungati. L’unica eccezione è il 2004, dove il minimo di Marzo dell’S&P (che però, a differenza di questo 2012, era inferiore – e non superiore – alla chiusura dell’anno precedente) fu marginalmente rotto al ribasso nei mesi successivi, senza portare a declini sostanziali. La sensazione, unita al forte ipervenduto presente su molti indicatori settimanali, tra cui il mio Composite Momentum è che il 2012 allungherà la statistica dei minimi di Marzo-Aprile, e che quindi le borse abbiano raggiunto il fondo della correzione o stiano per farlo. Manca però il segnale: due sedute buone non sono sufficienti. E’ necessario che il movimento positivo sia confermato settimana prossima e – soprattutto – che i minimi di quest’ultima settimana non vengano rotti al ribasso. Tra l’altro, questi minimi (6499 DAX, 1357 S&P, 550 Apple) sono molto vicini ai punti di STOP del mio modello, che erano stati pubblicati a inizio mese nella Tabella dell’Investitore sulla home page del blog: 6482 DAX, 1339 S&P, 544 Apple). Come si vede, fra gli uni e gli altri passa pochissima strada, a riprova della consistenza di queste proiezioni algoritmiche. La posizione ciclica bottom-up di titoli e indici settoriali avvalora lo scenario di un rally, ma allo stesso tempo conferma la fragilità dell’impostazione di lungo e identifica comunque il prossimo rally come OPPORTUNITA’ DI VENDITA. Tenete conto che questa, alla luce dei miei studi e di quanto si prospetta come lo scenario più plausibile dall’estate in poi, è davvero un’opportunità in entrambe le direzioni che non va sprecata. Oltretutto, il minimo in fase di formazione diventerà – per quanto detto sopra – importantissimo punto di controllo strategico nei prossimi mesi.
LA REGOLA DELL’ELASTICO – E’ normale che, con i mercati deboli vicini a minimi pluriennali o supporti importantissimi e i mercati forti vicini a supporti quantitativi e tutti, chi più chi meno, in ipervenduto settimanale, le borse tentino un recupero. E’ anche normale che, in fase di rimbalzo e dopo un calo prolungato, i mercati e i titoli più deboli siano spesso quelli che performano meglio. Questo è un comportamento del tutto fisiologico (=più un elastico è tirato, più violento è il ritorno) e non deve lasciare spazio a illusioni. I trend di forza relativa sono chiari. L’Europa è e resta l’anello debole e – a parte il DAX (che infatti sta riuscendo a rimanere al rialzo sul trend mensile) – tutti gli altri indici sono molto deboli, con una nota particolare per Italia e Spagna, che sono in collasso in termini di forza relativa contro gli altri mercati ed entrambe vicine ai minimi del 2009.
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In Italia, tra l’altro, l’ultimo drammatico dato relativo alla fiducia dei consumatori (tra i dati economici, quello maggiormente correlato alle borse) non fa che avvalorare i timori già espressi molte volte e in tempi non sospetti (fin da Giugno 2011). La conferma viene dal confronto tra MIB e BTP, che – nonostante lo spread a 400 e la crisi dei debiti pubblici – resta chiaramente a favore del BTP, come evidenziato da questo grafico di lungo periodo.

Sono il creatore del Composite Momentum e di numerosi altri modelli quantitativi e indicatori di analisi tecnica. CSTA (Certified SIAT Technical Analyst) e MFTA (Master of Financial and Technical Analysis), il livello più alto riconosciuto dall’associazione mondiale IFTA. Vincitore di premi, tra cui il John Brooks Award e due edizioni del SIAT Award, sono fondatore della Market Risk Management (marketrisk.it), società leader nei servizi di advisory indipendente (cicliemercati.it). Attualmente ricopro cariche istituzionali all’interno di IFTA e SIAT. Per chi fosse interessato qui c’è il mio profilo completo.