Il 23 Settembre Tesla valeva 183 USD. Nel post pubblicato quel giorno, “Apple e Tesla, ovvero la creatività predittiva dei mercati“, era stato osservato come il titolo Tesla si fosse sestuplicato nel 2013 in un classico moto parabolico da bolla (minibolla, se paragonata ad altre di ben maggiore portata…) e come, con una forza lavoro di 3000 persone e senza produrre utili, fosse arrivato a capitalizzare oltre tre volte la Fiat e quasi come Generali (metro di paragone consapevolmente disomogeneo e arbitrario, ma usato solo per rendere l’idea dei limiti a cui si spinge la creatività predittiva dei mercati in presenza di stimoli adeguati), con un target derivato dalla metodologia di Sir John Templeton intorno ai 200 USD.
Una settimana dopo il post, Tesla è arrivato a 194 USD e da lì ha incominciato a scendere fino ad arrivare lunedì sotto i 120 (-35% in qualche settimana). Vecchia ma sempre valida analisi grafica: il grafico mostra che ci sono supporti consistenti in area 110-90 e che non c’è ancora ipervenduto. Il massimo a 194 resterà molto probabilmente inavvicinabile per un po’ di tempo. Commento: gli eccessi sui mercati sono tanto più grandi, quanto più è radicata la (auto)convinzione che non si tratti di eccessi ma di moto perpetuo.
Per leggere alcune delle opinioni sui mercati pubblicate da Francesco Caruso dal 1995 ad oggi, leggi “Scripta Manent“.