Film – “Birdman” (****)

Filmografia di Alejandro Inarritu:

  • Amores perros (2000)
  • 21 grammi (2003)
  • Babel (2006)
  • Biutiful (2010)
  • Birdman (2014)

Quattro Oscar, due Golden Globe e premi vari a questo film straniante e leggermente claustrofobico del messicano Inarritu, che narra della messa in scena a Broadway di una piece teatrale da parte di un interessante mucchio selvaggio di personaggi, messi insieme e guidati da un grandissimo Michael Keaton, attore/regista in piena crisi personale e familiare, che vive nel mito di se stesso e del suo ex personaggio cinematografico (un supereroe di nome Birdman, del quale crede di avere mantenuto per osmosi alcuni superpoteri). Premetto che è un bel film, Inarritu è uno di quei registi che si prende i suoi tempi per fare ogni film – ciclico, uno ogni 3-4 anni – e probabilmente non riuscirebbe a fare un brutto film neanche se ci provasse: ma per almeno due terzi lo spettatore smaliziato, pur divertendosi, nota un dejà vu di diversi altri film che parlano di teatro o che si sostituiscono al teatro o che mettono in scena il teatro al cinema. Ci hanno provato in tanti, cito tra gli ultimi Polanski (“Carnage”) e Lars Von Trier (“Dogville”): e non so perché ma proprio al regista danese di “Le onde del destino” (magnifico, uno dei miei film preferiti in assoluto) mi sembra che in qualche modo si leghi o almeno si ispiri Inarritu nella narrazione della vicenda, fino al finale simbolico e per certi versi mistico. Non è che questo sia un male, sarebbe come dire che un pittore si ispira a Pollock o a De Chirico: solo che – per chi ha visto gli altri film di Inarritu e in particolare la Trilogia della Morte (“Amores perros”, “21 grammi” e “Babel”, da intendersi in ordine sia cronologico che di grandezza), semplicemente si scende di un gradino, forse di due in termini di tensione narrativa. Non è il primo caso e non sarà l’ultimo di Oscar dato a un ottimo regista non per il suo film migliore: senza andare lontano, cito Moretti (“Caro Diario”) e Eastwood (“Million Dollar Baby”); in generale, è dal 2008 (“Non è un paese per vecchi”) che l’Oscar non premia un grande film e quest’anno c’era almeno un film (“Boyhood“, recensito il 3 Novembre) nettamente superiore, ma dopo gli Oscar a palle al piede come “The Artist”, “Argo” e “12 anni schiavo” in fondo non è neanche andata male, un pò di buon gusto e di rispetto per lo spettatore c’è comunque stato.

“Birdman” resta infatti un ottimo prodotto in un panorama di mediocritas commerciale per niente aurea, assolutamente worth the money, piacevole, con una sceneggiatura brillante, attori eccellenti e qualche personaggio notevole (Emma Stone, la figlia, Edward Norton, l’attore newyorchese), ma ci sono troppi cliché nello svolgimento (il critico cattivo alla “Ratatouille” che si rivede all’ultimo, la ex moglie che cerca la redenzione delle colpe del marito, l’uso dei social media, lo stesso coup de theatre finale molto annunciato…) per sentire il soffio dell’originale e del capolavoro. Da vedere, non particolarmente adatto ai bambini, meglio una sera prima di cena per poi discuterne.

* = INGUARDABILE
** = MEDIOCRE
*** = BUONO
**** = DA VEDERE
***** = GRANDE FILM
****** = CAPOLAVORO ASSOLUTO

 

Film – “Birdman” (****) ultima modifica: 2015-02-27T10:57:49+00:00 da Francesco Caruso