«Siamo due falliti?», chiede Burt a Maya dopo l’ennesima delusione. Nella tenerezza e nella verità di dialoghi come questo risiede il messaggio di speranza di Mendes: fintanto che ci saranno un uomo e una donna (con magari un bambino in arrivo) disposti a parlarsi con il cuore e a pensare (e agire) positivo, il mondo può sperare anche in mezzo alla crisi. Crisi economica ma anche – forse molto più – crisi di valori.
La storia è semplice. Brad e Verona (la coppia John Krasinski e Maya Rudolph: si sentirà molto parlare di loro) aspettano un figlio e, dopo essere stati scaricati dai genitori di lui, classico esempio di peterpanismo egoistico e amorale, si chiedono dove far nascere la loro bambina. Nel loro peregrinare per gli States in cerca di una dimora (atto di per sé coraggioso e ottimista), Brad e Verona incontrano numerosi esempi di infelicità domestica e di smarrimento esistenziale: dalla coppia disfunzionale che cresce i figli parlando malissimo di loro («tanto non ci sentono»), a quella new age convinta della propria infallibilità, a quella che compensa un’infertilità congenita con una sovrabbondanza di adozioni, alla sorella single di Verona che, affermatissima nel lavoro, è incapace di costruirsi una vita affettiva. Intorno a loro c’è l’America spaventosa della crisi economica, con i suoi disoccupati, le sue case pignorate, le sue miserie esposte, ma ci sono anche i grandi spazi naturali, le strade che sembrano non avere fine, e quel monito implicito nell’ethos americano ad andarsene via da dove non si sta bene (“Away we go” è il titolo originale del film, che invece nella versione italiana rimanda con un gioco di parole al bellissimo “American Beauty”, per me uno dei film piu’ importanti degli ultimi 10 anni).
Con tenerezza, Mendes e i due attori protagonisti (bravissimo Krasinski, che ricorda Steven Spielberg da giovane) tracciano il ritratto di una coppia che ce la farà perché si tiene stretti i valori autentici e non perde la speranza di costruire un futuro a propria misura, invece che entrare nel grande gioco della rottamazione collettiva e della sfiducia globale. Questi due giovani sono americani nel senso migliore del termine: ottimisti, creativi, disposti a mettersi in discussione e a cambiare ciò che non pare loro giusto o adeguato. La loro forza è la loro determinazione a non abbandonarsi l’un l’altro, a rimanere al di fuori delle convenzioni, ad ammettere la propria fragilità senza delegittimare la propria forza come individui e come coppia. Ogni tanto arriva sui grandi schermi un film che, in punta di piedi, affronta i temi dei quali dovremmo tutti parlare: American Life è un film prezioso, un gran film di Natale, perché senza donnine e yacht mantiene vivo il sogno e mostra come sia possibile farlo diventare realtà. Da vedere.
-
* = INGUARDABILE
-
** = MEDIOCRE
-
*** = BUONO
-
**** = DA VEDERE
-
***** = GRANDE FILM
-
****** = CAPOLAVORO ASSOLUTO
Sono il creatore del Composite Momentum e di numerosi altri modelli quantitativi e indicatori di analisi tecnica. CSTA (Certified SIAT Technical Analyst) e MFTA (Master of Financial and Technical Analysis), il livello più alto riconosciuto dall’associazione mondiale IFTA. Vincitore di premi, tra cui il John Brooks Award e due edizioni del SIAT Award, sono fondatore della Market Risk Management (marketrisk.it), società leader nei servizi di advisory indipendente (cicliemercati.it). Attualmente ricopro cariche istituzionali all’interno di IFTA e SIAT. Per chi fosse interessato qui c’è il mio profilo completo.