Purtroppo non ho nulla di tranquillizzante da dirvi. Il top previsto per la seconda metà di Agosto si è formato con leggero anticipo: in realtà il Composite Momentum, su cui era (ovviamente, non essendo io un veggente) basata la parte matematica della previsione, ha fatto il flesso tra la scorsa settimana e questa, mentre il prezzo lo ha anticipato: segnale di debolezza. Le borse non riescono nemmeno a capitalizzare la vicinanza di supporti importantissimi e l’ipervenduto daily. A questo si aggiunge una sequenza impressionante di sell signals computerizzati dei miei modelli su quasi tutti gli indici. Da quello che leggo e sento, la grande maggioranza di economisti e analisti è ottimista. I mercati non esprimono questa sicurezza. Fino a prova contraria, io credo ai mercati. E a questo punto la prima, minima prova (di forza) contraria sarà il ritorno in chiusura mensile e settimanale sopra 1100 S&P: poca cosa, solo i prezzi di qualche seduta fa. Vediamo se il mercato ci riesce: e quando.
Fino ad allora, per (scherzando) parafrasarmi: la foresta fuma, timeo danaos et dona ferentes, hindenburg omen (confermato), “new 52 weeks lows” in aumento ovunque ecc.. Ma soprattutto i numeri. Sono andato a vedere una cosa molto semplice. Quante volte, sullo S&P500, dal 1998 (!) ad oggi si sono avuti minimi significativi con chiusure inferiori (come ora) a tutte e tre le medie ponderate settimanali a 20, 40 e 65. Bene: il grafico qui sotto dice la storia. Ventiquattro volte.
I 24 casi sono indicati dalle verticali. Questa è la venticinquesima volta. La cosa davvero interessante sono pero’ le statistiche, relative alla posizione del Composite Momentum e dell’RSI, nei 24 precedenti (N.B.: attualmente il CM è in discesa ma ancora ben sopra lo zero e l’RSI settimanale che uso nel grafico è a 36). Eccole:
– su 24 casi, al momento del minimo il CM era sempre negativo (= sotto lo zero) = 100%
– su 24 casi, il CM è arrivato in ipervenduto (sotto al -50) in 20 casi = 83,3%
– su 24 casi, l’RSI è sempre sceso sotto al 30 = 100%
– su 24 casi, l’RSI è sceso sotto al 20 in 13 casi = 54%
Siccome, come detto, il CM è ben sopra lo zero e l’RSI è a 36, i casi sono due: o questa “25a volta” è la prima in cui non vengono rispettate statistiche che hanno il 100% di affidabilità
oppure
oppure questo mercato, e gli altri a ruota, hanno ancora spazio al ribasso. Spazio che dice che le cose non vanno bene e non andranno meglio, in quanto i mercati, specie quelli azionari, anticipano. Per vostra curiosità, faccio vedere un grafico dell’indice IFO (l’indice di fiducia “business climate” tedesco). Questo indice è tornato come una scheggia sui massimi storici, mentre la disoccupazione in Europa è stazionaria e anzi negli USA fa temere un “double dip”, almeno del mercato del lavoro, con il mercato immobiliare che si è completamente bloccato. Il timore legittimo è che se molla questo indice, questa fiducia, che è in ipercomperato mostruoso e che si basa su una ripresa che è solo in qualche numero ma non nella struttura dell’economia e soprattutto non è nella testa della gente, che fine fa la propensione a consumare del consumatore e – a ruota – il resto?
I miei modelli sono sottopesati sull’equity. All’interno di questo sottopeso, restano sovrappesati solo di mercati emergenti. Suggerisco di seguirli. Vorrei spiegarmi. Quando il trend è al rialzo, tutte le correzioni significative sono da acquistare. E – viceversa – sono da vendere quando il trend è al ribasso. Ma quando, come ora, il trend è incerto (nella migliore delle ipotesi)? “Acquisti sulla lettera”, viene detto, questa intelligente strategia che unita alle amenità palliative dei “fondamentali” e del “lungo termine” di keynesiana memoria sta mandando in rovina progressiva negli ultimi 10-12 anni frotte di investitori e di speculatori da bar; quando il trend è incerto, allora il buon senso del padre di famiglia, prima ancora che qualunque capacità analitica, deve indurre alla prudenza e a strategie a rischio controllato. Vorrei solo ricordare quello che ho scritto fin da inizio 2010: anno complesso, difficile, acido e irto di statistiche scomode soprattutto tra Aprile e Ottobre, con punte di rischio massimo tra Agosto e Ottobre. Scripta manent. Chi vuole vada a vedere. E si studi le vere statistiche degli ultimi 10 e passa anni e magari la prima cosa che dovrebbero insegnare al liceo, la “Legge di Gresham” o “legge della rovina statistica” sul controllo delle perdite finanziarie.
Vorrei anche parlare di questi bonds, di questi Bund tedeschi che rendono tassi reali negativi a 2 anni (0,50%….) e che sono ai minimi storici a 10 anni (2,29%). Che senso hanno questi rendimenti per un povero investitore normale che deve pure pagare le commissioni? Nessuno. E ha senso cercare tassi solo marginali piu’ alti rischiando sul debitore? E ha senso bloccare i soldi in prodotti strutturati, magari “a capitale garantito”, che oltre al capitale hanno di garantito il profitto di chi li emette e li vende? Mah. Mille volte meglio tenere i soldi in liquidità, pronti per cogliere qualche occasione che inevitabilmente – poiché questi tassi scontano in modo evidente un Armageddon deflazionista – arriverà. E se Armageddon non sarà, se tutto tornerà “normale”, allora questa sui bonds è una bolla. La Madre di Tutte le Bolle. E la prima botta della bolla, beato chi saprà prevederla e prenderla, sarà una punizione severissima per chi ha acquistato obbligazioni contando su un flusso cedolare che definire “inadeguato” è veramente limitativo. Quindi: sui bonds o siamo tipo Nasdaq 1999-2000, o siamo in scenario simil-Giappone, con la chiusura della curva affidata molto più alla discesa dei tassi a lungo che alla normale e ciclica salita di quelli a breve. Io faccio la mia scelta e esco dal 10 anni perché, come detto più volte, giudico questa situazione come uno schema solo apparentemente sensato, un quadro di Escher. Me ne pentirò: difficilmente prendo i massimi, magari questo Bund ha ancora qualche mese e va a 135-140, ma lo faccio. Esco. Ecco di seguito il grafico del Bund.
E per chi ne ha voglia, ecco il link della stupenda “Wicked Game” di Chris Isaak, riletta dagli svedesi H.I.M.
https://www.youtube.com/watch?v=jlrKXtCOI8M
Sono il creatore del Composite Momentum e di numerosi altri modelli quantitativi e indicatori di analisi tecnica. CSTA (Certified SIAT Technical Analyst) e MFTA (Master of Financial and Technical Analysis), il livello più alto riconosciuto dall’associazione mondiale IFTA. Vincitore di premi, tra cui il John Brooks Award e due edizioni del SIAT Award, sono fondatore della Market Risk Management (marketrisk.it), società leader nei servizi di advisory indipendente (cicliemercati.it). Attualmente ricopro cariche istituzionali all’interno di IFTA e SIAT. Per chi fosse interessato qui c’è il mio profilo completo.